Hortus Pictus
Questo progetto è ispirato alla vita e all'opera di Ulisse Aldrovandi (Bologna 1522-1605). Nel corso di una vita dedicata alla scienza e ai viaggi Aldrovandi costruì uno straordinario museo di naturalia, portando a termine un monumentale erbario composto da migliaia di tavole acquerellate. Il museo include un erbario di piante essiccate (hortus siccus) e un erbario dipinto (hortus pictus) per la cui realizzazione Aldrovandi si rivolse ad alcuni tra i migliori illustratori dell'epoca, pagandoli di tasca propria. Un elemento innovativo della sua ricerca è l’importanza che Aldrovandi attribuisce alla copia dal vero per garantire una riproduzione fedele alle forme della natura. I suoi illustratori vengono incoraggiati a copiare esemplari reali di piante officinali, complete di tutti gli organi vegetali: radici, fusto, foglie, fiori. Aldrovandi introdusse il moderno concetto di museo inteso come bene pubblico, in contrapposizione alla Wunderkammer del 17° secolo: collezione privata di curiosità naturali destinata a una fruizione elitaria.
Per contrapposizione al concetto classico di erbario, che ospita prevalentemente piante officinali, "Hortus Pictus” ospita piante comuni, anche danneggiate o malate, raccolte ai bordi delle grandi strade che uniscono Bologna al resto del mondo. Il titolo di ogni immagine, anziché riportare il nome scientifico o le varie denominazioni in uso della pianta, ne identifica il luogo di raccolta, tracciando una sorta di topografia della “natura ai margini”. Ripetendo il gesto dei botanici di pressare le piante per essiccarle e conservarne una traccia (tecnica la cui invenzione Aldrovandi attribuisce a se stesso), ho ottenuto scansioni dirette degli esemplari pressandoli nello scanner, lo strumento che nel nostro tempo si identifica con la massima fedeltà al reale. Ne è risultata una serie di immagni fotografiche stampate dalle scansioni eseguite in loco, subito dopo la raccolta della pianta, con uno scanner piano.
This project has been inspired by the life and work of the scientist Ulisse Aldrovandi (Bologna 1522-1605). During his life, dedicated to science and traveling, Aldrovandi put together an extraordinary natural history museum that he called “The Theatre of Nature”, including all kind of stuffed or dried samples, books and images. The museum includes a herbarium of dried plants (Hortus siccus), and a painted herbarium (Hortus pictus) for which he hired at his own expense some of the best painters of his time.
One reason explaining the innovation of his research was the importance that Aldrovandi attributed to drawing from life, to guarantee a faithful reproduction of the forms of nature. He encouraged his illustrators to copy real specimens of officinal herbs featuring all the vegetable organs: roots, stem, leaves, and flowers. Aldrovandi introduced the modern concept of museum as a public property, to be enjoyed by everybody, as opposed to the concept of the 17° century Wunderkammer: a presentation of nature as a private collection of wonders and curiosities for an exclusive elite.
As opposed to the concept of middle-age herbariums, featuring only plants used for medical purposes (officinalia), my project includes common plants picked from the side of the big roadways connecting Bologna to the rest of the world. Instead of featuring the name of the plant, the caption of each image refers to the site where the sample was found (namely, names and numbers of highways and interstates), therefore tracing sort of a topography of nature on the borders of the urban context.
By repeating the gesture of botanists - pressing plants to dry them flat, that Aldrovandi claimed to be his own invention – I obtained straight scans of specimens by flattening them in a scanner: the tool allowing the most “faithful” reproduction of physical reality in our time. The project consists of photographc prints from the scans, obtained on location, immediately after collecting the sample.